domenica 24 agosto 2008

Come integrare il crowdsourcing all'interno delle proprie attività.

Il crowdsourcing, è una risorsa, e come tale, va gestita in maniera opportuna all'interno delle aziende.

Come prima cosa, un'azienda deve decidere quali dipartimenti o reparti dovranno utilizzare questa forma di distribuzione delle attività, in quanto alcuni piccoli aggiustamenti alla struttura sono necessari.

Esternalizzando e frammentando le singole attività di un progetto, lo sforzo richiesto da parte di un PM o di un coordinatore sono sicuramente maggiori. E' importante sottolineare che questo non è un rischio per la buona riuscita di un progetto. Personalmente ritengo che la gestione di un team remoto, distribuito e inter-culturale necessiti una gestione molto rigorosa del progetto. Questo significa quindi maggior possibilità di riuscita del progetto stesso.

Oggi la maggior parte dei progetti IT (ma non solo), falliscono per una non adeguata fase preliminare di analisi e progettazione.
Inoltre molti progetti sforano i budget per una non corretto controllo dei costi.

Per sua natura un progetto gestito in crowdsourcing, non riesce neppure a partire se non sono chiari:

1- Obiettivi di progetto
2- Requisiti di alto livello
3- Requisiti di dettaglio funzionali
4- Test List
5- Documenti di architettura e di deploy
6- Configuration Managemet

Tali documenti infatti sono gli input necessari per avere delle stime e ingaggiare le risorse.

A questo punto è chiaro che un'azienda per poter avvalersi del modello del crowdsourcing, dovrà dotarsi di PM eccellenti. D'altra parte questa esigenza sino ad ora è sempre rimasta nascosta. Quanti PM, senza le dovute capicità, si sono ritrovati a gestire anche progetti di grandi dimensioni, riscontrando issues e criticità bloccanti sono nelle fasi finali.

Il modello quindi è anche utile, ponendo dei vincoli, a garantire che gli obiettivi aziendali siano perseguiti.

Sembra paradossale, ma dalla mia esperienza, vi assicuro che se dovete effettuare una conference call da un'ora, con 4 persone distribuite in giro per il mondo, tutti i partecipanti arrivano alla riunione preparati, con slides condivise e lista di domande sotto mano.

Raramente si trova un'organizzazione simile in azienda.

1 commento:

dgiluz ha detto...

si sono d'accordo. Inoltre c'è un altro tema secondo me cruciale. Il crowdsourcing ha chiaramente una sua area di potenziale in specifiche applicazioni ma in un contesto aziendale diverso da quello 'best effort' dei maggiori esempi di implementazione. In altri termini alcuni task sono 'time critical' oppure 'quality dependent' non sono semplicemente 'task aperti'. Bel blog interessante,
ciao
g.